Tour in Valle d’Itria: alla scoperta delle bellezze naturali e architettoniche

Campagna piena di ulivi con ragazza che scatta foto dal tetto di trullo in Valle d'Itria

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Valle d’Itria: bellezza, autenticità e trulli. Questo è ciò che mi è rimasto impresso dal mio ultimo tour in questa fantastica valle. Una terra autentica, dove i trulli e le bellezze naturali sono gli elementi caratterizzanti.

Infatti, quest’area viene definita la Valle dei Trulli e comprende città come Castellana Grotte, Alberobello, Cisternino, Ceglie Messapica, Noci, Ostuni, Martina Franca e altri. Per chi non la conoscesse, si tratta di un’area geografica nel cuore della Puglia che abbraccia le provincie di Brindisi, Taranto e Bari.

Il nome “Valle d’Itria” deriva dalla cappella della Madonna dell’Odegitria che si trova nella Chiesa dei Cappuccini a Martina Franca.

La Valle d’Itria ha un legame indissolubile con le antiche tradizioni contadine. Basta fare una passeggiata tra le vaste distese di ulivi, cresciuti rigogliosamente in questa terra rossa che sa di sangue e sudore, per ammirare la perfetta sintonia che è radicata tra l’uomo e la natura. Ma un altro punto di forza è sicuramente la tradizione culinaria, che ha saputo esportare i propri prodotti in tutto il mondo, come:

  • le bombette (involtini di carne ripiena con prosciutto e formaggio) di Martina Franca;
  • il capocollo di Martina Franca;
  • la ricotta forte, la treccia e la mozzarella di Martina Franca e Locorotondo.

La lista sarebbe davvero lunga, ma visto l’orario in cui sto scrivendo questo articolo (ore 12:00) è una tortura continuare.

Il tour in Valle d’Itria

Dopo questa breve introduzione, vi voglio parlare del bellissimo tour fatto in primavera, rispettando tutte le norme vigenti riguardo al covid. La prima tappa del tour in Valle d’Itria è stata l’Albergabici di Montalbano di Fasano.

Tra ulivi secolari, antiche masserie e muretti a secco, spicca un ex Casa Cantoniera dell’Anas dal color rosso pompeiano. È proprio qui che è stato creato un Albergabici, dove è possibile pernottare e noleggiare delle bici per fare un’escursione fino al mare. L’Albergabici è prossimo alla Ciclovia Adriatica, uno degli itinerari di lunga percorrenza della rete ciclistica nazionale di Bicitalia che da Venezia, seguendo tutto il litorale adriatico, conduce a Santa Maria di Leuca.

ingresso dell'Albergabici in Valle d'Itria con ragazzi sulle bici
Albergabici – Montalbano di Fasano

Appena arrivati all’Albergabici abbiamo fatto un rapido briefing con la nostra guida Francesco, dove ci ha introdotti alle storiche Viee dei Cammini. Infatti, la struttura si trova lungo due assi viari importanti della storia dei cammini: la via Traiana e la via Francigena.

La via Traiana fu voluta dall’imperatore romano Traiano (I sec. d.C.) e collegava Benevento a Brindisi. La via Francigena, invece, nel medioevo collegava Canterbury a Roma proseguendo poi verso la Puglia, dove i pellegrini si imbarcavano per raggiungere la Terra Santa.

In bici tra gli ulivi millenari della Valle d’Itria

Finito il briefing abbiamo lasciato l’Albergabici e abbiamo iniziato a pedalare lungo il tracciato dell’antica Via Traiana. Qui, facendoci strada nella rossa terra brindisina, circondati da maestosi ulivi secolari curati in maniera maniacale, siamo giunti al Dolmen di Montalbano.

Il dolmen di Montalbano è un monumento megalitico che risale all’Eneolitico (periodo finale del Neolitico), circa 4000 anni fa. La struttura consiste in due lastroni calcarei laterali che reggono una tavola di copertura. Tutta la zona in cui sorge prende il nome di “Pisco Marano”, che significa “Pietra Piatta”. Il monumento è noto anche con la denominazione Tavola dei Paladini, presubilmente collegato ai Cavalieri di Malta che per molto tempo hanno di fatto governato su questa parte della Puglia (forse lo utilizzavano per le loro cerimonie prima di partire per l’Oriente).

Nei pressi del Dolmen è situata una piccola “lamia”, una tipica costruzione rurale utilizzata dai contadini. Intorno è possibile osservare un giardino botanico spontaneo, con fichi e fichi d’india, gelsi, viti, capperi, carrubi. Consiglio di salire sul piccolo terrazzo in cima alla lamia per osservare una vista mozzafiato: è possibile vedere Ostuni in lontananza.

Masseria Li Santuri

La tappa successiva del nostro ciclo tour in Valle d’Itria è stata la Masseria Li Santuri. A guardiano della struttura vi è un antico albero di carrube (le carrube sono i frutti della Ceratonia siliqua, specie appartenente alla famiglia delle Leguminosae originaria della Siria e della Palestina) di ben 1.500 anni.

Situata nell’omonimo Borgo Li Santuri, a confine occidentale tra il territorio di Ostuni e di Monopoli, la masseria è risalente al 1400 e ancora, oggi, conserva intatto tutto il suo fascino.

Qui, siamo scesi nel sottosuolo tufaceo per visitare un frantoio ipogeo risalente al 1.200, il quale conserva la sua autenticità con la presenza di una vasca con una grande macina in pietra, gli stalli per i torchi alla calabrese e i corrispondenti pozzetti, a cui si aggiungono altre vasche, prima usate come sepolture, e poi per stoccare l’olio appena franto.

Altra piccola meraviglia è la chiesetta di Borgo Li Santuri, poco distante dal frantoio ipogeo, in cui un profumato vialetto di agrumi ci accompagna fino all’ingresso. Sulla sommità della struttura è posta una piccola statua dell’Assunta con due angioletti (puttini) ancora in buono stato, mentre l’interno purtroppo è in completo stato di abbandono.

Masseria Narducci

Terminato il ciclo tour (circa due ore) tra gli ulivi della Valle d’Itria, siamo saliti a bordo di due navette che ci hanno condotto nella terza tappa di questo tour: la Masseria Narducci.

Un’altra struttura bellissima nelle campagne brindisine, prendo spunto dalla loro descrizione per raccontarvi al meglio questo luogo: “Un luogo di orizzonti lunghi fino al mare, di distese sconfinate di ulivi secolari, di alberi di ficus accoglienti come capanne, di fichi profumati, di pergole di uva pizzutella intrecciate al sole“.

All’ingresso della masseria spicca un enorme ficus che con i suoi lunghi rami copre i tavoli posti al di sotto, dov’è possibile degustare l’aperitivo agricolo, costituito da prodotti del territorio a km 0.

Appena varcata la soglia della masseria ci ha accolto il proprietario Gianfelice, pronto a raccontarci la lunga storia del luogo e della sua famiglia, che ha saputo trasformare questo antico frantoio anche in una struttura ricettiva.

Grazie a Gianfelice abbiamo potuto fare un’esperienza un po’ diversa dal solito, ovvero degustare in prima persona i vari tipi di oli prodotti dall’azienda. Quindi, come dei veri sommelier dell’olio abbiamo assaggiato l’oro verde utilizzando delle tecniche ben spiegate da Gianfelice: tenere l’olio in bocca, digrignare i denti e aspirare forte l’aria. É più facile a farsi che a dirsi!

C’è da dire che la masseria è davvero incantevole, un’oasi di pace, in cui gli ospiti possono godersi momenti di relax lontani dal caos cittadino e trovarsi completamente immersi nel verde degli ulivi pugliesi.

Finita la degustazione, abbiamo pranzato all’interno della masseria. Un pranzo alla scoperta dei buonissimi piatti della tradizione locale con prodotti a km 0: vino, salumi, formaggi, verdure, frutta.

Parco Regionale delle Dune Costiere

Ultima tappa di questo primo giorno di tour è stato il Parco Naturale Regionale delle Dune Costiere: un paesaggio da scoprire tra spiagge, dolmen, lame carsiche e specchi d’acqua popolati da aironi e garzette.

Il parco si estende nei territori di Ostuni e Fasano, da Torre Canne a Torre San Leonardo su circa 1.100 ettari, circa 9 km di costa e si inoltra verso la piana degli ulivi secolari, che contraddistinguono un paesaggio agrario tra i più antichi del Mediterraneo, simbolo indiscusso della Puglia.

Piccola curiosità: una zona del parco, contraddistinta da una grande estensione di campi di grano selvatico, viene denominata la Savana Pugliese.

Guidati sempre da Francesco abbiamo avuto la fortuna di esplorare l’intera area fino a quella costiera, fruibile attraverso un sistema di sentieri e passarelle sospese tra gli stagni ed i bacini di antichi impianti di acquacoltura. Tra questi Fiume Tavernese, Fiume Piccolo, Fiume Grande e Fiume Morelli.

L’area, purtroppo è un po’ trascurata, ma è possibile comunque visitare l’ambiente in totale sicurezza. Sulle dune sabbiose crescono dei ginepri, alcuni secolari, e, pensate, talmente enormi da formare delle vere e proprie camere naturali visitabili all’interno.

La giornata si è conclusa con un’ottima cena a Martina Franca, nell’albergo che ci ha ospitato per il tour: Park Hotel San Michele. Ovviamente, la cena ha visto come protagonisti i piatti tipici della tradizione culinaria martinese con prodotti rigorosamente a Km 0, come le bombette, le mozzarelle, le costolette di agnello.

La città dove abbiamo cenato è stata la meta del nostro secondo giorno di questo tour che vi racconterò nel mio prossimo articolo “Martina Franca: cosa vedere in un giorno”.

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